Dyane

Eravamo tutti insieme in auto. Il più grande del gruppo aveva ottenuto la patente e ciò per noi significava, per la prima volta, sentirsi davvero liberi. Non ricordo quale fosse la meta ma ricordo perfettamente la nostra euforia.
L'auto era una Citroën Dyane sgangherata color sabbia che ad ogni asperità del terreno sobbalzava come in un autoscontro al luna park. Il cambio era posizionato sul cruscotto e contribuiva, insieme con la forma della carrozzeria, a donarle il fascino dei residuati bellici.
Io la adoravo. Senza volerlo quella piccola Dyane mi aveva insegnato due cose molto importanti: la prima è che un viaggio è più rilassante se non devi preoccuparti di salvaguardare la perfetta integrità e pulizia del tuo mezzo. La seconda è che un auto è solo uno strumento utile a condurti da un punto A ad un punto B.

Vorrei utilizzare qualche riga per spiegare brevemente l'ultima affermazione.
Sebbene l'intelligenza sia un concetto elusivo, immagino saremo d'accordo nel considerare intelligente affidarsi ad uno strumento efficiente ed economico per ottenere un qualsiasi scopo. Ad esempio, io non utilizzerei una banconota da 100 euro per accendere il fuoco nel caminetto persino se fossi miliardario, allo stesso modo con cui non getterei una persona in un barbecue per fare una grigliata. In breve, il fatto che le persone sulla terra siano miliardi non vi autorizza a farne un uso improprio, eccezion fatta per gli idioti e le loro auto costose.

Ma torniamo a noi. Vi stavo raccontando di quella giornata in cui io e i miei amici avevamo finalmente l'opportunità di viaggiare in auto.
Ricordo che poco dopo la partenza il ragazzo alla guida aveva iniziato una discussione apparentemente innocua con uno degli amici seduti dietro. Purtroppo, come spesso accade tra giovani traboccanti testosterone e ingenuità, la discussione si era animata a tal punto da divenire un alterco. Il proprietario dell'auto, visibilmente adirato, si era fermato in mezzo alla strada intimando all'amico di andarsene. Dopo attimi di esitazione e imbarazzo, quest'ultimo era sceso dall'auto mentre l'altro si apprestava a ripartire.
Io e i miei compagni avevamo assistito a tutta la scena restando in silenzio.
Non potevo credere che i miei amici stessero litigando quando saremmo dovuti partire insieme verso la libertà.
Di colpo aprii la portiera e scesi anch'io: "O partiamo tutti insieme o me ne vado" dissi.



Questa volta non voglio trarre una morale dalla vicenda. Voglio solo complimentarmi con quelli che hanno trovato degli amici come me, che non restano a guardare in silenzio.
I cornuti sono pieni di amici discreti.

2 commenti:

  1. Tutto vero amico mio! Sopratutto la digressione sulle automobili ed il loro utilizzo...
    Fabio Salvi

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