Demento Mori

Trama di un film coi commenti dello sceneggiatore. Il film è in tre atti. La struttura è un intervallarsi di parti di sceneggiatura e parti di commento sullo stato emotivo dello spettatore.

Parte I
o dell'amore

Siamo nella Parigi del primo novecento, quando esistevano ancora i grandi uomini, ma erano altrove.
Un tizio ha un disturbo della memoria a breve termine. Dimentica ciò che di nuovo ha visto o conosciuto. Non ricorda più le persone, non può vivere relazioni stabili.

Lo spettatore intuisce il dramma. Si immedesima nel protagonista e cerca di immaginare come dev'essere dimenticare la persona che si ama. Nessuna amicizia durerà a lungo. Nessun abbraccio sarà più colmo del calore dell'intimità costruita nel tempo. Si potrebbe persino venire manipolati da sconosciuti consci di questa nostra debolezza.

Il tizio del film entra in un caffè letterario e conosce una donna schizofrenica e ninfomane. Una donna di cui si sono innamorati follemente poeti e artisti, per la quale alcuni si sono sfidati a duello e sono morti. Si dice che avesse fatto impazzire persino nietzsche, anche se non si notava la differenza. Lei lo ammalia col suo comportamento ambivalente e autodistruttivo e lui se ne innamora perdutamente. Qui però la storia prende una piega inaspettata: lei per la prima volta comprende di poter amare un uomo. Sente di potersi finalmente affrancare da una vita di immoralità.

Lo spettatore si strugge di fronte a questa storia impossibile e priva di redenzione, attendendo con una certa tristezza preventiva il momento in cui il protagonista dimenticherà l'amore della donna.
Poi il colpo di scena.

Tornando a casa dopo un giorno di lavoro lui la scopre a letto con un altro. Sul comodino trova droghe e bottiglie di wiskey quasi vuote. (L'amante è riverso sul letto e solleva appena la testa). Lei anestetizzata dalle sostanze psicotrope guarda il protagonista con freddezza, come se non lo riconoscesse. Il cuore di lui si infrange come un cristallo sanguinante. Lei invece nemmeno si giustifica. Gira la testa altrove e biascica alcune parole. "Ti avevo avvertito che non potevi fidarti di me." dice. "Sono pazza, lo sai. E poi a letto non sei nemmeno un granchè."
Lui la guarda sgomento e le chiede "Chi sei?".

A questo punto lo spettatore maschile pensa che, in fondo, dimenticare possa essere una benedizione. Si rammarica di poter ricordare tutte le donne per le quali ha soffertoe che l'hanno scaricato.
Le spettatrici femminili pensano che il film sia un pò ingrato con loro e che non sono tutte pazze. E immaginano come sarebbe bello poter dimenticare di lavare pavimenti, cucinare, fingere orgasmi.

Parte II
o della manipolazione

Il protagonista comprende di aver bisogno di un metodo per ricordare le cose. Ne prova diversi. Ripete continuamente delle frasi per tenerle a mente, ma poi alla prima distrazione le dimentica. allora si rammarica di averle dimenticate. Poi dimentica il rammarico.
Allora prova scrivendo i propri pensieri sui bigliettini. Si accorge ben presto di non riuscire a distinguere tra ciò che aveva solo pensato e ciò che è accaduto davvero. Migliora questo sistema scrivendo su un diario gli eventi e i pensieri più importanti, in ordine temporale, corredandoli di data e ora e distinguendoli con il titolo di "pensieri" o di "fatti avvenuti".
si complimenta con se stesso prima di dimenticarlo poi si complimenta di nuovo.
Poi si accorge di una debolezza di fondo del suo elaborato "sistema".
E cioè che funziona fintantochè lui è in grado di ricordare di avere quella particolare disfunzione della memoria, che giustifica la messa in atto dei meccanismi risolutivi.   
Per cui ripete a se stesso di avere un problema e di aver trovato il modo di risolverlo. Sarebbe davvero ironico se.... Un gatto miagola in fondo alla strada e lui dimentica di finire la frase.

lo spettatore fresco di studi classici, potrebbe a questo punto sorridere ricordando la famosa disputa sull'origine delle cose avvenuta tra grandi filosofi. La terra si regge sulla tartaruga. Su che si regge la tartaruga? su un altra tartaruga. etc..
Oppure studiosi di pragmatica della comunicazione potrebbero ricordare la famosa frase del compianto watszlawik "la soluzione è il problema".
Oppure potrebbe fottersene.

Il protagonista risolve la falla del suo algoritmo della memoria scrivendo gli assiomi del suo problema sul proprio corpo tramite tatuaggi (vedi film memento di nolan). Metodo che funziona benissimo nelle estati calde ma che si dimostra carente d'autunno quando il mattino si sveglia con indosso il pigiama. Con tutte le difficoltà del caso, il metodo inizia a funzionare.
Dopo qualche tempo il protagonista accumula un certo passato. Un passato catalogato in un quaderno, una memoria fisica esterna. Un passato privo di emozioni che però gli permette di orientarsi nel mondo.
 
Lui cerca di ricordare il passato per capire chi è realmente. tutti vogliono saperlo. Poi comprende che se anche gli dicessero chi era e quale fosse lo scopo della sua vita, sarebbe solo un racconto. Sarebbe un racconto lontano e vuoto. Lo scopo bisogna sentirlo, volerlo. E' nel presente che siamo quello che siamo, non nei ricordi.

Parte III
o del suicidio circolare o dell'autoreferenza

Il protagonista soffre anche di depressione, al punto da giungere alla decisione di suicidarsi. Acquista tutto il necessario e infine, quando sta per compiere il gesto, si dimentica di uccidersi. E la sua vita di sofferenza ricomincia.
E' un ciclo di reincarnazioni senza redenzione mentre il suo ripostiglio si riempie di corde, sapone e veleno per topi.

SORPRESA FINALE

Introdurre un finale a sopresa basato su qualcosa che è impossibile o plausibile solo se lo spettatore ricorda o non ricorda qualche parte della trama. 
Ad esempio lo spettatore non ricorderà che all'inzio del film viene affermato che non è il paziente ad avere amnesie ma lo spettatore stesso. Egli cercherà di tornare indietro per rivedere l'inzio della pellicola senza riuscire a trovare questo dettaglio perchè in effetti non c'è.
A questo punto qualcuno potrebbe considerare l'analogia di questo film con la vita quotidiana nella quale non è possibile un replay.
Qual è l'importanza della memoria?

E c'erano

E c'erano nuvole
sulle nostre teste
a rincorrersi come bambini
e il calore del sole
sulle nostre guance
a suggerire la primavera
e c'era l'azzurro
del mare e del cielo
che ci avvolgeva sulla spiaggia
e c'era un dolore
a tenerci per mano
e nell'altra una gioia
e c'è stata una lacrima
quando mi hai detto:
non ti cambierei.