La periferia del mio cuore

Nella periferia
del mio cuore
c'è il cimitero
di tutti i rapporti
che sono morti.
Ogni tanto porto dei fiori,
leggo le date e i nomi.
Sono bravo a prendermene cura,
nessuno è mai tornato da dov'era
per lamentarsi.
Perché ricordare i morti?
chiese qualcuno.
Solo se hai imparato a
trattar bene il tuo passato
puoi avere un futuro.

Una piccola barca

Acquistai
una piccola barca a motore 
di quelle agili 
con cui salpare in fretta. 
Mi dissero che in mare aperto 
avrei sentito le onde. 
Non sono le onde a spaventarmi 
risposi
ma i porti senza vento.

Quando il sole si sarà consumato, anche i pianeti resteranno al buio

i morti non sono morti
riposano
i morti non soffrono
sono forti
non piangono di gioia
sono razionali
non si sentono sbagliati
sono arrivati
hanno sempre le parole giuste
quelle del silenzio
il loro restare immobili
è sapere cosa fare
non intirizziscono d'inverno
sono tutti d'un pezzo
non ambiscono
l'obiettivo è raggiunto
non si innamorano a caso
scelgono a chi dispensare il cuore

ai vermi.
i morti si risparmiano la fatica
di essere vivi

Vetri rotti

Vetri rotti dappertutto
nessuno esce più di casa
cammino a piedi nudi per strada
ad ascoltare il dolore che fanno
i sogni che s'infrangono

Noi sotto la pioggia

Noi due sotto braccio, la pioggia, il tuo abbraccio, l'odore dei tuoi capelli, la tua testa reclinata, la tua guancia appoggiata alla mia. 
Il tuo saluto, (non te ne andare), il tuo cappotto di schiena, la tua strada, la mia unica pena (mi piaci e non posso dirtelo che con gli occhi). 
Tu che d'improvviso ti fermi, torni indietro decisa, i capelli bagnati, lo sguardo che osa, la bocca che pronuncia qualcosa.  
Poi, per un istante, tutto il resto scompare, le tue labbra sono ciò che rimane.