Tutti siamo alla ricerca della felicità nei modi e luoghi più
impensati. E a volte ci sembra così impossibile da raggiungere che
alcuni decidono di desistere. Questa ricerca che ci accomuna tutti me ne
ha ricordata un'altra, ovvero la ricerca della conformazione finale di
una proteina, ritenuta impossibile secondo i principi della probabilità
(paradosso di Levinthal).
Come fa allora una proteina a sfidare l'impossibile?
Secondo l'ipotesi del "folding funnel" essa percorre una sorta di "paesaggio energetico" alla ricerca della sua vera natura, attraversando fasi di stabilità intermedie. Se si fermasse in una di queste fasi però, ne resterebbe intrappolata. E allora la proteina, ogni tanto, deve darsi un piccolo scossone e accettare cambiamenti che la portano lontano da quella stabilità incompleta, per ricominciare ad intraprendere il proprio viaggio verso la meta finale.
Come fa allora una proteina a sfidare l'impossibile?
Secondo l'ipotesi del "folding funnel" essa percorre una sorta di "paesaggio energetico" alla ricerca della sua vera natura, attraversando fasi di stabilità intermedie. Se si fermasse in una di queste fasi però, ne resterebbe intrappolata. E allora la proteina, ogni tanto, deve darsi un piccolo scossone e accettare cambiamenti che la portano lontano da quella stabilità incompleta, per ricominciare ad intraprendere il proprio viaggio verso la meta finale.
La ricerca
della felicità è una sorta di "trial and error", un metodo per tentativi
ed errori. Quello che le proteine possono insegnarci è che non bisogna
arrendersi neanche di fronte all'impossibile e che a volte bisogna
allontanarsi da una comoda insoddisfazione, se pur a costo di una breve
instabilità, per raggiungere la propria realizzazione finale.