L'autodeterminazione ai tempi di instagram

Al di la delle mia personale sensibilità religiosa di cui qui non discuto, sono in un certo senso "meccanicista" e ritengo che l'uomo possa essere considerato una macchina. Una meravigliosa macchina biologica. Spesso mi capita di pensare che non ci sia bisogno di chiamare in causa un'anima trascendentale per dare a questa stupenda macchina una dignità. Non c'è bisogno nemmeno di credere che sia perfetta poichè, nei fatti, non lo è. Basta ricordare due cose.
La prima è che ogni sistema complesso ha delle proprietà emergenti non deducibili dalla semplice somma delle sue parti. Ciò indica che, considerati nella nostra totalità, possediamo un valore che va ben oltre quello espresso dalla somma dei valori delle singole parti e pertanto vendersi a pezzi sarebbe antieconomico.
La seconda è che sebbene un'automobile sia da considerarsi una macchina alla stregua di un'aspirapolvere, non ci sogneremmo mai di usare la prima al posto della seconda.
Adesso un memorandum: abbiamo un corpo formato da circa 40.000 miliardi di cellule e circa cento miliardi di neuroni, tramite i quali abbiamo sviluppato sensazioni, emozioni, sentimenti, creatività, ingegno.
Date queste premesse a volte mi chiedo se non ci sia bisogno di rivedere un po il concetto di autodeterminazione.
E di riflettere un attimo prima di postare le tette su instagram.

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