pensieri liceali

Quand'ero al liceo mi divertivo a inventare storie fantastiche con i protagonisti dei miei studi.
Così ad esempio immaginavo che Socrate fosse un gay pedofilo che si divertiva ad adescare fanciulli con la scusa della filosofia e che fosse morto soffocato bevendo una tisana.
Questo finchè non ho scoperto con meraviglia che Socrate era un gay pedofilo condannato da giuristi omosessuali amanti dei fanciulli a bere la cicuta, una bevanda che secondo socrate era un rimedio efficace al male di vivere mentre in realtà è un'erba officinale innocua quantomeno finchè la coniina non raggiunge le sinapsi neuromuscolari.
A quel punto il sintomo più evidente è quello per cui si tende a dare ragione a Socrate.
Sebbene ad oggi gli studiosi non siano in accordo sul fatto che socrate abbia davvero ingerito la cicuta, sono generalmente concordi nel ritenere che possa essere morto.
La questione della morte però non mi ha mai spaventato perchè Epicuro soleva affermare che quando ci sono io non c'è la morte e quando c'è la morte, non ci sono io. Una affermazione fisiologicamente ineccepibile che lascia però aperto il problema di cosa fare se si incontra la morte per le scale mentre si sta uscendo di casa.
Il consiglio che decisi di adottare per me durante le lunghe ore trascorse a fumare cannabis al liceo, era di considerare la mia vita come fosse una di quelle case di legno dei film americani che hanno l'uscita sul retro.

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