Godel

Vieni, ti spiego la ragione per cui non mi capisci.

Donne, oggi finalmente ho capito la ragione per cui non vi comprendete con gli uomini. Ma è inutile spiegarvela.

Ti apprezzo

Mi rimproverano di apprezzare troppo le belle donne. Infatti ti apprezzo.

Chi ti aiuta e chi sta a guardare

Immagina di avere un problema da risolvere. Magari fosse solo uno, eh? E immagina che questo problema abbia un impatto psicologico tale da impedirti di iniziare a risolverlo, cosicché tu resti seduto ad aspettare che si risolva da solo. E col tempo magari quel problema peggiora ma tu proprio non ce la fai ad affrontarlo per cui adesso di problemi ne hai due, uno che potresti risolvere e uno che ti impedisce di risolverlo. Dopo attenta riflessione decidi di chiedere aiuto alla persona che reputi più vicina e che credi ti aiuterà. Quella persona che quando ha avuto il tuo stesso problema tu l'hai letteralmente presa per mano, sostituendo la tua iniziativa sana alla sua iniziativa defunta.
Così ti aspetti che questa persona faccia per te quello che tu hai fatto per lei e, preso un po di coraggio, la chiami.
A quel punto avvengono tre cose. La prima avviene nella tua fantasia: quella persona ti prende per mano e ti aiuta a superare il primo problema che ti impedisce di affrontare il secondo.
La seconda cosa avviene nella realtà, ovvero quella persona si limita a chiamarti ogni tanto al telefono per chiederti: allora hai risolto?
Per cui tu, una mattina che la serotonina ti assiste, fai il grande passo e affronti da solo la tua paura di affrontare il problema.
A questo punto avviene la terza cosa, ovvero la cara persona ti telefona per chiederti perché non l'hai avvisata.

...

Ma davvero essere adulti corrisponde ad accettare rapporti ormai morti perché l'amore si trasforma, perché bisogna costruire qualcosa? A me pare che abbiate costruito abbastanza cimiteri. Avete divulgato abbastanza vigliaccheria. 
Lasciate che i giovani brucino le foglie morte e sappiano restare giovani.

donne e Donne

Quello che voi donne continuate a non comprendere è che invece di chiedervi se un uomo vi ama davvero, se vuole solo portarvi a letto o cosa vuole da voi, dovreste chiedervi cosa volete Voi da lui, se Voi lo amate davvero, se è in grado di darvi ciò che Voi chiedete e quali sono i motivi per cui Vi piace. E quindi decidere di conseguenza.
Farvi questa domanda può risolvere anni di sofferenze nel tempo di una riflessione. Potrebbe farvi capire che l'uomo che avete a fianco non è quello giusto per voi o che certe sofferenze val bene la pena di sopportarle per stare accanto a persone uniche.
La ragione per cui non vi fate certe domande è che ciò significa pensare autonomamente e assumersi la responsabilità di una scelta, mentre a voi piace "essere scelte". Insomma volete fare le mele sulla pianta, quando dovreste invece coglierle.
Eva per il suo coraggio di Donna è stata cacciata dall'Eden da una visione maschilista che ha radici lunghe migliaia di anni.
E voi siete ancora li che tremate di fronte ad un albero di mele.

Il Test

Pronto?

Ciao, sono io

Io chi? 

Io, io, dai non fare lo scemo

Ah ho capito, ciao Io

Senti, stasera non ci possiamo vedere che ho da fare

Ovvero?

Vado in quel posto 

*Quel* posto?

Si proprio quello

Proprio quel posto che solleva la domanda sul perché dio abbia fornito gli esseri umani di 100 miliardi di neuroni quando aveva già pronti i pitecantropi?

Ah, ci sei cascato. non è vero che ci vado. era un test.

Che test?

Un test per vedere se ci cascavi nel credere che avrei fatto quella cosa che ritieni stupida.

Certo che ci ho creduto, me lo hai detto tu. Quindi qual'era il test?

Te l'ho detto! dal momento che tu ritieni che quella cosa sia stupida...

Certo che lo ritengo e lo riterrei in ogni caso, anche se fossi naufrago su un isola deserta e stessi morendo di dissenteria ascoltando Battiato. Solo in un caso non la riterrei una cosa stupida.

In quale?

Se fossi stupido, ad es.

Beh comunque non hai superato il test.

E' normale, hai fatto il test su una caratteristica invariante. Se sai già il risultato, qual'è il senso di un test?

Eh ma te l'ho detto...era un test per vedere se ci cascavi nel credere che avrei fatto quella cosa che ritieni stupida...

Capisco. E' un test anche questo?

Hai presente?

Hai presente quelle persone che mentre frequentano qualcuno dicono di odiare le discoteche e appena smettono di frequentare qualcuno diventano cubiste?
Hai presente quelle persone che giudicano come incoerenti e stupide le persone che quando si lasciano con qualcuno diventano cubiste, salvo poi fare le stesse cose?
Hai presente quelle amiche che ti telefonano solo quando gli serve che le presenti un tuo amico perché si sono appena lasciate con qualcuno?
Ecco, prendi tutte queste persone e mettile insieme sulla terrazza di Grottammare.
E dimenticale li.

illusioni e realtà

A volte i sogni di alcuni, diventano la realtà di altri.

coincidenze

Il fatto che la celebrazione della risurrezione di Cristo sia così vicina al primo Aprile, dovrebbe dirci qualcosa?

gregge

Ma se il papa è il vostro pastore e voi siete il gregge, me lo fate un belato?

Tutti geni

E' morto Jannacci e hanno detto che era un genio meraviglioso.
E' morto Califano e hanno detto che era un poeta geniale.

Non mi sento tanto bene. Non vorrei diventare un genio pure io.

Notizie Ansa del Fu Marzo 2013

1) In Italia quando muori diventi un genio. Forse perché gli italiani si trovano più a loro agio con i morti. Questione di affinità.
2) Conosco dei veri geni che non trovano editori perché gli italiani non leggono se non scemenze prive di qualità, per le quali non è necessario nessuno sforzo intellettuale. Quegli italiani siete voi davanti la televisione. (p.s. Jannacci negli ultimi anni faceva fatica a trovare un contratto).
3) La radio ripete gli stessi brani all'infinito finché non vi sembra di apprezzarli. Se ai vostri figli piace justin biberon è perchè vi hanno visti per anni ascoltare celentano. Avessero ascoltato Bach si sarebbero già suicidati, ma con onore.
4) Io di Saggi non ne vedo, al massimo saggicciotti.
5) Qualcuno ha fatto il nome di Amato. Non vi è bastato farvi togliere le mutande nel 90, volete osare di più.
6) Agli amanti dei contentini (per i credenti invece è inutile) ricordo: "Cos'è un nome? Ciò che chiamiamo rosa, con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo."
7) "Napolitano: resto fino all'ultimo giorno." Sono sempre i migliori che se ne vanno.

deterrenti

Una volta frequentavo una tipa. 
Due sere prima di partire per un viaggio, lei uscì fino a notte tarda con un tipo che già da tempo le faceva la corte. Il giorno successivo venne da me a raccontarmi l'episodio e di quanto fosse orgogliosa di non avergli dato il numero di telefono che lui aveva tanto insistentemente chiesto. 
Insomma, gliela aveva fatta annusare tutta la serata lasciandolo infine a boccasciutta.
Ammesso che questo fosse davvero l'epilogo della serata, ciò che non capii sul momento è perché lo aveva raccontato proprio a me.
Poi una sera, mentre tornavo a casa facendo lo slalom tra le cacche dei cani, vidi due gatti che soffiavano l'uno all'altro, senza che nessuno si muovesse per attaccare. 
E allora mi venne in mente che forse quel giorno, la tipa di cui sopra mi aveva scambiato per un gatto.

auguri

- cosa sareste voi uomini se noi non esistessimo?
- possiamo fare la prova?

Per l'otto marzo avrei voluto dirvi qualcosa di intelligente. Ma non lo avreste capito.

se gli idioti

Se gli idioti sapessero volare questo posto sarebbe un aerop...ehi, guarda quelle case laggiù.

dimissioni

Non so se è peggio quello che ho sentito dire sul papa in questi giorni o quello che ho sentito dire dal papa in questi anni.

elezioni

L'uomo giusto per guidare l'Italia deve essere qualcuno da cui gli italiani si sentano veramente rappresentati. Cioè, quantomeno, un mediocre.

mister x

Agisco nell'ombra, ché alla luce del sole ho caldo.

come convincere un idiota che è un idiota e viceversa

vi sembrerà forse inopportuno che venga a dirlo proprio a voi ma negli ultimi tempi mi sta succedendo una cosa strana. E non è solo strana ma è anche incredibilmente ricorrente ed ha assunto toni surreali da sindrome paranoide ossessiva. Insomma mi sta accadendo che sempre di più, ogni giorno, ovunque io vada, mi renda conto di essere circondato, assediato, da una evidente, esuberante, disarmante, disperante totalizzante mediocrità. Una mediocrità folle spensierata dilagante che si è sostituita al tessuto stesso del vivente ed ha infettato così profondamente l'esistenza che nessuno più se ne accorge tranne me (e un mio amico scrittore che non esce più di casa).
Voglio dire, io vedo questo enorme incubo avanzare inesorabile nel suo lento inghiottire ogni forma di vita e non riesco nemmeno a gridarlo, come in quei sogni in cui fuggi al rallentatore da un nemico alle tue spalle e dopo qualche istante capisci che la forma espressiva più adeguata è la disperazione.
Che poi capita che ogni tanto io incontri un amico e mi metta a parlare del più e del meno finché ad un certo punto sono colto da attacchi di panico e devo correre a casa a leggermi un brano del Tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein.
Sono certo che capirete che probabilmente sono giunto al capolinea delle forme di malattia mentale che si possono sperimentare sulla terra, ma vi giuro che mentre vado in giro per la città o leggo dai profili di facebook gli ultimi pettegolezzi, non riesco mai ad avvertire un accenno a qualche interrogativo di quelli più impegnativi tipo per quale motivo dio avrebbe fornito gli esseri umani di un cervello con 100 miliardi di neuroni.
Non so, basterebbe avere voglia di farsi delle domande, di esprimere dubbi e magari spegnere quella cazzo di televisione per sovvertire l'intero ordine mondiale ma invece no. Invece sono costretto a sapere di subnormali calciatori di palloni e puttane che accumulano fortune grazie a degli zombi che li osannano, mentre i migliori cervelli devono espatriare.
E non è nemmeno una questione di cultura ma di curiosità. Curiosità, una parola morta, morta insieme agli esseri umani.
ma che ve lo dico a fare?

DSM (terza e forse ultima parte)

A volte quella delle malattie mentali sembra un'industria. Fateci caso.
Woody Allen ha potuto permettersi le cure di *costosi* psicanalisti grazie ai *ricchi* introiti dei film di grande successo coi quali sublimava le proprie nevrosi. Un po' come se andassi dal medico a raccontargli di aver guarito un'emicrania e poi gli pagassi la parcella.
Con questo non voglio sminuire quasi un secolo di studi sulla psiche inaugurati da un tipo che inventava di sana pianta i casi clinici e che dice di aver psicanalizzato Mosè e Leonardo Da Vinci (1), è solo che questa mania analizzatrice potrebbe sembrare eccessiva considerando che non esiste nessuno che non possegga una qualche caratteristica non già contemplata nel manuale diagnostico e statistico delle giovani marmotte. Il che, unitamente alle spese che ho dovuto sostenere tra psichiatri e psicoterapeuti, mi ha lasciato il sospetto che se fossi nato povero sarei stato necessariamente sano.
Di storie familiari patologiche tratte dalle vite delle persone normali se ne possono sicuramente raccontare parecchie e la differenza con quelle catalogate nei reparti psichiatrici la conosce solo chi ne paga le spese, ovvero la sanità pubblica o i figli, vittime sacrificali di una eterosessualità che non deve chiedere mai.
La domanda che vi pongo oggi è se mentre siete sdraiati su un lettino o inginocchiati dentro un confessionale avete mai il sospetto che dall'altra parte ci sia qualcuno che si masturba con i vostri peccati.
Io per sicurezza ho sempre preferito guardare negli occhi le persone a cui mi rivolgevo, come quella volta che in seguito alla rottura con l'ennesima fidanzata chiesi sostegno ad una terapeuta in un consultorio familiare.
Ricordo che dopo qualche seduta in cui le raccontavo i miei disagi amorosi e il da essi derivante sentimento di inadeguatezza e il da esso derivante desiderio di abbandonare l'università e successivamente il mondo, la terapeuta scoppiò in un improvviso pianto dirotto. Allora io, senza scompormi, nella fluidità di un gesto vinil-compassionevole che avevo spesso subìto, presi uno dei classici fazzolettini da pianto terapeutico posti nel portafazzolettini a sua volta posto opportunamente sulla scrivania, e realizzai uno dei sogni più proibiti che un paziente con disagio psichico possa sognare di soddisfare, ovvero porgerlo ad un terapeuta che piange.
Devo ammettere che, trascorsi i primi attimi di vendicativa soddisfazione, sprofondai in un grande imbarazzo. Davvero i miei problemi erano così gravi?
Dopo aver consolato la terapeuta in un lungo colloquio in cui venni a conoscenza delle sue personali problematiche e aver raccolto i pezzi di una autostima precaria, feci l'unica cosa che davvero funzionava per risollevarmi dai problemi amorosi, ovvero innamorarmi di nuovo.
Perché in fondo l'amore per le donne è sempre stata la soluzione più efficace ai problemi causati dalle donne.

Come credete che facessero gli uomini primitivi a risolvere i problemi psicologici? Può darsi che non ne avessero bisogno dal momento che non era ancora stata inventata la psiche (2) ma personalmente ho sviluppato la teoria secondo la quale le malattie mentali sono frutto di un complotto delle case farmaceutiche per nascondere il ben più grave problema delle scie chimiche.
Nel tentativo di documentarmi circa le problematiche esistenziali dell'antichità, ho scoperto che il primo vero psicologo di cui si ha memoria visse ad Atene intorno al 300 a.c. e si chiamava Epicuro. Egli riteneva che il miglior rimedio verso le paure dell'uomo fosse un frugale regime di vita comune basato sulla solidarietà e l'amicizia e il dialogo e per questo esortava gli adepti a vivere insieme mantenendosi estranei alla vita politica. I documenti storici riportano che tale metodo funzionò per un certo periodo fino alla morte di Epicuro e degli epicurei, in seguito alla quale la loro saggezza fu dimenticata. Gli uomini disimpararono a dialogare, si chiusero in luoghi angusti chiamati famiglie, smisero di credere nei sogni e di seguire i progetti di realizzazione personale, si ripiegarono su se stessi e sui figli, e non riuscendo più a comprendersi reciprocamente decisero di rivolgersi a degli specialisti pagati per fare quello che un amico avrebbe fatto spontaneamente e con affetto.
Lo so che qualcuno starà pensando che gli specialisti sanno quello che fanno e usano delle tecniche speciali e scientifiche ma basta guardare la frammentarietà dell'attuale "sapere" psicologico per comprendere quanto sia nebulosa questa "supposta conoscenza"  che poi è anche un'immagine davvero evocativa di una modalità di somministrazione farmaceutica rettale.

In sintesi esiste un mondo immaginario e bibliografico nel quale le persone posso essere distinte in affette da disturbi di vario tipo oppure normali. Per il puro piacere della scoperta e perché la normalità mi annoiava, io mi sono finto per anni appartenente alla prima categoria.
Avendo accumulato una certa esperienza sul campo, oggi fondamentalmente penso, per quanto pensare sia un termine forte, che nell'idea stessa di una terapia della mente ci sia il seme del medesimo disagio che si intende curare.
Chissà che un giorno invece delle solite pretestuose litigate tra amanti non assisteremo a dialoghi come questo:


Tesoro ci vediamo stasera?

Cara mi spiace,  stasera esco con gli amici.

Capisco.

Sei dispiaciuta forse?

A dire la verità sono un po' gelosa

Amore, non preoccuparti, sei l'unica donna della mia vita e sei bella e intelligente e sai quanto sia importante vivere relazioni amicali ricche di stimoli distali quanto prossimali, al di fuori di un contesto che rischierebbe di inaridirsi nell'esclusività di un quotidiano deprivato di integrazione sociale e ricchezza dialogica.

Certo caro ti comprendo, e anzi auspico per te una variegata metacomunicazione sociale e pubblica, una cinesica disinibita, una libera espressione dell'empatia sebbene all'interno di un contesto spaziale in cui la prossemica personale resti sopra la soglia dei 45 cm.



Credo sinceramente che un dialogo del genere non avverrà mai. Anzi, credo che qualora avvenisse sarebbe davvero sconcertante. Sconcertante e fonte di disoccupazione per qualcuno.



(1) L'ho letto su Google.
(2) "La soluzione è il problema" amava ripetere Paul Watzlawick