Nello sport sono talmente negato che a calcetto fanno a gara per avermi nell'altra squadra. Per un periodo ho persino tentato di imparare gli scacchi, ma non è andata molto bene. Una volta sono quasi morto soffocato mangiando un alfiere.
troppo giovani
Fammi l'imitazione di Little Tony
Ma è morto
Ti metti una bella giacca di pelle con le frange e ti sdrai
E' un umorismo irrispettoso non ti pare?
Non ho nulla contro le frange
Parlavo del cantante
Quale cantante?
Va bé, non ho il giubbotto, mi potrei fare il ciuffo
E poi devi cantare
Ma non posso fare il morto e mettermi a cantare
Morandi lo fa
Ma è ancora vivo
Hai le prove?
Canta ancora oggi
Potrebbe benissimo essere il playback
E poi stringe la mano ai fan
Potrebbero essere morti anche i fan
Ha condotto persino Sanremo
Non va certo a suo favore
Dai sii ragionevole
Non lo faccio apposta, è che alle volte mi sento come dentro un'apocalisse zombi. Tutto si muove al rallentatore, io vorrei correre ma non ci riesco. Forse questo è un incubo?
Senti, va bene, mi sdraio e poi canto. Poi basta per oggi. Hai preso le pasticche?
Quelle bianche che mi fanno sentire ovattato?
Si quelle. Fa il bravo, su
Secondo te sono matto?
Ma no che non sei matto. E' solo che sei ancora troppo giovane per capire il mondo degli adulti.
modella
Si, lo so che il tuo sogno è fare la modella. Si vede dalle foto che ti fai col photoshop e da quello sguardo da cabina armadio. Ora non vorrei che pensassi che il mio è il solito post polemico in cui disprezzo un mestiere millenario e nobile come quello del porta abiti, ma permettimi di avanzare dei dubbi. Perché per quanto mi sforzi, ho una certa difficoltà a comprendere per quale ragione una persona giovane e piena di vitalità, in un tempo in cui i negozi si riempiono di manichini somiglianti ad esseri umani, si ostini a voler assomigliare ad un manichino.
Non fraintendiamo, non che io abbia qualcosa contro i manichini, ma non ti sembra strano che la natura abbia impiegato 3,5 miliardi di anni per un appendiabiti?
Non fraintendiamo, non che io abbia qualcosa contro i manichini, ma non ti sembra strano che la natura abbia impiegato 3,5 miliardi di anni per un appendiabiti?
compassionevolmente
...e poi ci sono le ragazze che mi scrivono e mi confidano tutta la loro delusione circa gli uomini e la loro (degli uomini) insensibilità verso i loro (delle donne) sentimenti.
E mi raccontano di storie struggenti dense di infiniti attimi che separano la serata della sbronza con la vodka alla terrazza di san benedetto da quella in cui hanno scoperto che il loro amato di cognome fa Montecchi.
Oppure di tutto il mal riposto investimento emotivo nei minuti di dialogo frapposti tra il presentarsi per la prima volta allo spregevole approfittatore, fino allo stupore nel constatare quanto fosse spazioso il sedile posteriore dell'auto di lui.
Ed io, dopo averle ascoltate con paziente rassegnazione, non posso far altro che ricordare compassionevolmente che il kamasutra non è l'equivalente agito di una relazione dialogica e affettiva, allo stesso modo in cui l'autoerotismo non è riconosciuto tra le forme di terapia omeopatica.
E mi raccontano di storie struggenti dense di infiniti attimi che separano la serata della sbronza con la vodka alla terrazza di san benedetto da quella in cui hanno scoperto che il loro amato di cognome fa Montecchi.
Oppure di tutto il mal riposto investimento emotivo nei minuti di dialogo frapposti tra il presentarsi per la prima volta allo spregevole approfittatore, fino allo stupore nel constatare quanto fosse spazioso il sedile posteriore dell'auto di lui.
Ed io, dopo averle ascoltate con paziente rassegnazione, non posso far altro che ricordare compassionevolmente che il kamasutra non è l'equivalente agito di una relazione dialogica e affettiva, allo stesso modo in cui l'autoerotismo non è riconosciuto tra le forme di terapia omeopatica.
attento a ciò che desideri
Quando pensi che avresti preferito nascere stupido, considera l'eventualità che sia già successo.
l'intelligenza degli animalisti
Spesso vi vedo scrivere che gli animali sono più intelligenti degli uomini. Non ho difficoltà a crederlo se siete voi il termine di paragone.
L'amore ai tempi di facebook
si lo so, sono un po fissato con questa cosa. il fatto è che ho molte amiche donne di cui ascoltare le paranoie.
Punto 1: conosci un uomo
-non è bello, non è intelligente, non è sensibile, non sai niente di lui, ma ti fa i complimenti
-la tua vanità ti copre la visuale. non ci vedi più ma in compenso riesci a sentire i complimenti
-ti invita ad uscire. verso la fine della serata la tua totale incapacità di (nell'ordine) scegliere, saper stare da sola, aspettare mesi per conoscerlo davvero e resistere alla vanità, ti conduce a seguirlo in spiaggia
-il giorno dopo, secondo te, sei fidanzata
-frasi da diabete tipo 2
-foto di voi che vi amerete per sempre
-lui ti confessa che nemmeno dio fece la terra in 5 giorni
-crisi da disillusione. scrivi che non ti arrenderai mai, che riuscirai a conquistarlo, che ha solo paura di impegnarsi, facendo copia incolla dalla rubrica cuori solitari di donna moderna
-lui nel frattempo ha iniziato a fare complimenti ad un'altra come te (ce ne sono miliardi, per quando avrà finito il giro userai il polident)
-inizio a leggere su facebook che gli uomini sono tutti stronzi ma qualcuno è peggio dell'altro.
-ricominci a star bene
-ripeti dal punto uno
P.S. Scommetto che se un giorno, strofinando una lampada, uscisse un genio e vi chiedesse di scegliere tra un uomo e lo star bene da sole, ricomincereste dal punto 1.
-non è bello, non è intelligente, non è sensibile, non sai niente di lui, ma ti fa i complimenti
-la tua vanità ti copre la visuale. non ci vedi più ma in compenso riesci a sentire i complimenti
-ti invita ad uscire. verso la fine della serata la tua totale incapacità di (nell'ordine) scegliere, saper stare da sola, aspettare mesi per conoscerlo davvero e resistere alla vanità, ti conduce a seguirlo in spiaggia
-il giorno dopo, secondo te, sei fidanzata
-frasi da diabete tipo 2
-foto di voi che vi amerete per sempre
-lui ti confessa che nemmeno dio fece la terra in 5 giorni
-crisi da disillusione. scrivi che non ti arrenderai mai, che riuscirai a conquistarlo, che ha solo paura di impegnarsi, facendo copia incolla dalla rubrica cuori solitari di donna moderna
-lui nel frattempo ha iniziato a fare complimenti ad un'altra come te (ce ne sono miliardi, per quando avrà finito il giro userai il polident)
-inizio a leggere su facebook che gli uomini sono tutti stronzi ma qualcuno è peggio dell'altro.
-ricominci a star bene
-ripeti dal punto uno
P.S. Scommetto che se un giorno, strofinando una lampada, uscisse un genio e vi chiedesse di scegliere tra un uomo e lo star bene da sole, ricomincereste dal punto 1.
così per cosare
Questa frase è iniziata con questa frase e terminerà entro questa frase. Questa frase è iniziata con una parola come questa e terminerà con questa parola. Parola è una parola, due parole sono due parole, ma tre parole sono tre parole. Come si chiama la soluzione ad una domanda? Risposta, quando risposta è la risposta. Come si chiama ciò che necessità di una risposta? Domanda, quando domanda è la risposta.
Poi c'è il caso in cui la risposta è la domanda.
Quale domanda sto facendo?
Quale domanda sto facendo?
Poi c'è il caso in cui la risposta è la domanda.
Quale domanda sto facendo?
Quale domanda sto facendo?
Quale domanda sto facendo?
Attenzione, la lettura di questo post è sconsigliabile ad un pubblico permaloso (ovvero circa il 90% delle mie conoscenze femminili)
Arriva l'estate e con questa i nuovi amori, le cotte, i flirt, i tradimenti. Mi raccomando, andate a cercare il principe azzurro in discoteca, oppure flirtate con persone già fidanzate o persino sposate, oppure meglio ancora, invaghitevi di qualcuno appena conosciuto o che vi abbia chiaramente confessato di non desiderare una storia seria. Mi raccomando, inseguite un uomo in fuga con la convinzione che è solo impaurito e prima o poi capirà quanto vi ama, oppure riempite le bacheche facebook di foto in pose da veline svestite in piedi sul water di casa vostra con le boccucce a cuore, per attrarre persone interessate inequivocabilmente alle vostre qualità intellettuali.
Infine mi raccomando, invaghitevi del primo che vi fa un complimento, che vi porta a cena fuori e vi compra le rose, che vi dice che siete speciali. D'altra parte è più facile gettarsi tra le braccia di qualcuno che aspettare la persona giusta. E' più comodo vivere di facili illusioni piuttosto che restare soli nell'attesa e nella scelta consapevole.
Mi raccomando, continuate a ripetere gli stessi errori senza mai assumervene la responsabilità, così, a fine giornata, dopo l'ennesima delusione, potrete finalmente raccontarci che:
Infine mi raccomando, invaghitevi del primo che vi fa un complimento, che vi porta a cena fuori e vi compra le rose, che vi dice che siete speciali. D'altra parte è più facile gettarsi tra le braccia di qualcuno che aspettare la persona giusta. E' più comodo vivere di facili illusioni piuttosto che restare soli nell'attesa e nella scelta consapevole.
Mi raccomando, continuate a ripetere gli stessi errori senza mai assumervene la responsabilità, così, a fine giornata, dopo l'ennesima delusione, potrete finalmente raccontarci che:
"Gli uomini sono tutti stronzi".
P.S. questo testo è soggetto a rimaneggiamenti. perché non è mai sufficiente a descrivere l'immenso genio delle persone a cui è riferito.
P.S. questo testo è soggetto a rimaneggiamenti. perché non è mai sufficiente a descrivere l'immenso genio delle persone a cui è riferito.
i giovani non sono peggiori
I giovani di oggi sarebbero peggiori di quelli di una volta?
Ricordo da ragazzino i miei coetanei prendere come esempio i calciatori e le mie coetanee strapparsi i capelli per la boyband di turno. Li vedevo farsi le foto con i loro idoli, appendere poster in camera, correre in discoteca dietro a coloro che chiamavano vip, i personaggi televisivi. I vip, gente mediocre, nascosta dietro la falsità di personaggi creati ad arte, che si arricchivano alle spalle delle proprie folle adoranti. E già allora non li capivo, io che non avevo idoli, che trovavo degradante farmi foto o ricevere autografi di persone che nemmeno conoscevo, solo perché famose. E il solo fatto che persone prive di qualità divenissero autorità perché masse di persone li idolatravano, mi faceva paura. Mi chiedevo come potessero ragazzi come me, rinunciare alla propria individualità, all'amor proprio, all'orgoglio, per ammassarsi come numeri e prostrarsi ai piedi di qualcun altro. E allora mi correva il pensiero a tutti i leader della storia che avevano potuto compiere i peggiori crimini, supportati dalla sottomissione della gente.
La gente, a volte la odiavo la gente, mi sentivo così estraneo a loro.
Non capivo i miei coetanei di allora come non capisco i miei coetanei di oggi e i loro figli, i giovani. Ma non perché siano peggiori, no, ma perché sono perfettamente identici.
Ricordo da ragazzino i miei coetanei prendere come esempio i calciatori e le mie coetanee strapparsi i capelli per la boyband di turno. Li vedevo farsi le foto con i loro idoli, appendere poster in camera, correre in discoteca dietro a coloro che chiamavano vip, i personaggi televisivi. I vip, gente mediocre, nascosta dietro la falsità di personaggi creati ad arte, che si arricchivano alle spalle delle proprie folle adoranti. E già allora non li capivo, io che non avevo idoli, che trovavo degradante farmi foto o ricevere autografi di persone che nemmeno conoscevo, solo perché famose. E il solo fatto che persone prive di qualità divenissero autorità perché masse di persone li idolatravano, mi faceva paura. Mi chiedevo come potessero ragazzi come me, rinunciare alla propria individualità, all'amor proprio, all'orgoglio, per ammassarsi come numeri e prostrarsi ai piedi di qualcun altro. E allora mi correva il pensiero a tutti i leader della storia che avevano potuto compiere i peggiori crimini, supportati dalla sottomissione della gente.
La gente, a volte la odiavo la gente, mi sentivo così estraneo a loro.
Non capivo i miei coetanei di allora come non capisco i miei coetanei di oggi e i loro figli, i giovani. Ma non perché siano peggiori, no, ma perché sono perfettamente identici.
pensieri liceali
Quand'ero al liceo mi divertivo a inventare storie fantastiche con i protagonisti dei miei studi.
Così ad esempio immaginavo che Socrate fosse un gay pedofilo che si divertiva ad adescare fanciulli con la scusa della filosofia e che fosse morto soffocato bevendo una tisana.
Questo finchè non ho scoperto con meraviglia che Socrate era un gay pedofilo condannato da giuristi omosessuali amanti dei fanciulli a bere la cicuta, una bevanda che secondo socrate era un rimedio efficace al male di vivere mentre in realtà è un'erba officinale innocua quantomeno finchè la coniina non raggiunge le sinapsi neuromuscolari.
A quel punto il sintomo più evidente è quello per cui si tende a dare ragione a Socrate.
Sebbene ad oggi gli studiosi non siano in accordo sul fatto che socrate abbia davvero ingerito la cicuta, sono generalmente concordi nel ritenere che possa essere morto.
La questione della morte però non mi ha mai spaventato perchè Epicuro soleva affermare che quando ci sono io non c'è la morte e quando c'è la morte, non ci sono io. Una affermazione fisiologicamente ineccepibile che lascia però aperto il problema di cosa fare se si incontra la morte per le scale mentre si sta uscendo di casa.
Il consiglio che decisi di adottare per me durante le lunghe ore trascorse a fumare cannabis al liceo, era di considerare la mia vita come fosse una di quelle case di legno dei film americani che hanno l'uscita sul retro.
Questo finchè non ho scoperto con meraviglia che Socrate era un gay pedofilo condannato da giuristi omosessuali amanti dei fanciulli a bere la cicuta, una bevanda che secondo socrate era un rimedio efficace al male di vivere mentre in realtà è un'erba officinale innocua quantomeno finchè la coniina non raggiunge le sinapsi neuromuscolari.
A quel punto il sintomo più evidente è quello per cui si tende a dare ragione a Socrate.
Sebbene ad oggi gli studiosi non siano in accordo sul fatto che socrate abbia davvero ingerito la cicuta, sono generalmente concordi nel ritenere che possa essere morto.
La questione della morte però non mi ha mai spaventato perchè Epicuro soleva affermare che quando ci sono io non c'è la morte e quando c'è la morte, non ci sono io. Una affermazione fisiologicamente ineccepibile che lascia però aperto il problema di cosa fare se si incontra la morte per le scale mentre si sta uscendo di casa.
Il consiglio che decisi di adottare per me durante le lunghe ore trascorse a fumare cannabis al liceo, era di considerare la mia vita come fosse una di quelle case di legno dei film americani che hanno l'uscita sul retro.
non ritorno
Quel momento in cui finalmente smetti di rimproverarti di non aver fatto abbastanza, di ossessionarti chiedendoti cosa avresti potuto dire, in che modo saresti potuto cambiare. E' il punto di non ritorno. E' il momento in cui cambi davvero.
riflessioni di settembre (a maggio)
"Ho sempre pensato che se lascio aperta la finestra prima o poi entrerà tutto il cielo" (M.Bisotti)
Io invece ho capito che faccio prima se esco.
L'inferno peggiore non è la stupidità degli altri ma la propria. e parlo per esperienza.
intelligenza e infelicità
Non sono sicuro se la troppa intelligenza renda infelici, ma non mi pare che la troppa infelicità renda intelligenti.
La via Zen della Bellezza (Neural correlates of Beauty)
Non so se scusarmi di più per la mia scarsa presenza sul blog di queste ultime settimane o per essere tornato a scrivere oggi, ma ho avuto parecchi impegni. Sai com'è, quando sei un ragazzo giovane e bello. No, non lo sai, scherzavo.
Nel 2004 è stato pubblicato un bellissimo articolo sul Journal of Neurophysiology dal titolo "Neural Correlates of Beauty" in cui si dimostra che nel cervello esistono aree che si attivano specificamente in risposta alla visione di immagini considerate belle.
http://jn.physiology.org/content/91/4/1699.full
sorprendentemente
Gli studi di genomica comparativa hanno dimostrato che il genoma degli scimpanzé e quello degli uomini differisce soltanto dell'1,5%. Ciò significa che, a differenza di quanto credevate, siete sorprendentemente simili agli esseri umani.
riflessioni di maggio
Beati i miti perché erediteranno la terra. Per i ceci.
Caro amico che stai per compiere un passo così importante della tua vita, capisco che hai imparato la lezione dai tuoi supereroi. Posso anche darti ragione sul fatto che ogni supereroe ha una propria nemesi, un acerrimo nemico da affrontare, e che la tensione emotiva e la lotta lo tengono all'erta, sempre vivo e forte. Ma dal combattere un nemico allo sposarlo, ce ne passa.
Godel
Vieni, ti spiego la ragione per cui non mi capisci.
Donne, oggi finalmente ho capito la ragione per cui non vi comprendete con gli uomini. Ma è inutile spiegarvela.
Chi ti aiuta e chi sta a guardare
Immagina di avere un problema da risolvere. Magari fosse solo uno, eh? E immagina che questo problema abbia un impatto psicologico tale da impedirti di iniziare a risolverlo, cosicché tu resti seduto ad aspettare che si risolva da solo. E col tempo magari quel problema peggiora ma tu proprio non ce la fai ad affrontarlo per cui adesso di problemi ne hai due, uno che potresti risolvere e uno che ti impedisce di risolverlo. Dopo attenta riflessione decidi di chiedere aiuto alla persona che reputi più vicina e che credi ti aiuterà. Quella persona che quando ha avuto il tuo stesso problema tu l'hai letteralmente presa per mano, sostituendo la tua iniziativa sana alla sua iniziativa defunta.
Così ti aspetti che questa persona faccia per te quello che tu hai fatto per lei e, preso un po di coraggio, la chiami.
A quel punto avvengono tre cose. La prima avviene nella tua fantasia: quella persona ti prende per mano e ti aiuta a superare il primo problema che ti impedisce di affrontare il secondo.
La seconda cosa avviene nella realtà, ovvero quella persona si limita a chiamarti ogni tanto al telefono per chiederti: allora hai risolto?
Per cui tu, una mattina che la serotonina ti assiste, fai il grande passo e affronti da solo la tua paura di affrontare il problema.
A questo punto avviene la terza cosa, ovvero la cara persona ti telefona per chiederti perché non l'hai avvisata.
Per cui tu, una mattina che la serotonina ti assiste, fai il grande passo e affronti da solo la tua paura di affrontare il problema.
A questo punto avviene la terza cosa, ovvero la cara persona ti telefona per chiederti perché non l'hai avvisata.
...
Ma davvero essere adulti corrisponde ad accettare rapporti ormai morti perché l'amore si trasforma, perché bisogna costruire qualcosa? A me pare che abbiate costruito abbastanza cimiteri. Avete divulgato abbastanza vigliaccheria.
Lasciate che i giovani brucino le foglie morte e sappiano restare giovani.
donne e Donne
Quello che voi donne continuate a non comprendere è che invece di chiedervi se un uomo vi ama davvero, se vuole solo portarvi a letto o cosa vuole da voi, dovreste chiedervi cosa volete Voi da lui, se Voi lo amate davvero, se è in grado di darvi ciò che Voi chiedete e quali sono i motivi per cui Vi piace. E quindi decidere di conseguenza.
Farvi questa domanda può risolvere anni di sofferenze nel tempo di una riflessione. Potrebbe farvi capire che l'uomo che avete a fianco non è quello giusto per voi o che certe sofferenze val bene la pena di sopportarle per stare accanto a persone uniche.
La ragione per cui non vi fate certe domande è che ciò significa pensare autonomamente e assumersi la responsabilità di una scelta, mentre a voi piace "essere scelte". Insomma volete fare le mele sulla pianta, quando dovreste invece coglierle.
Eva per il suo coraggio di Donna è stata cacciata dall'Eden da una visione maschilista che ha radici lunghe migliaia di anni.
E voi siete ancora li che tremate di fronte ad un albero di mele.
Farvi questa domanda può risolvere anni di sofferenze nel tempo di una riflessione. Potrebbe farvi capire che l'uomo che avete a fianco non è quello giusto per voi o che certe sofferenze val bene la pena di sopportarle per stare accanto a persone uniche.
La ragione per cui non vi fate certe domande è che ciò significa pensare autonomamente e assumersi la responsabilità di una scelta, mentre a voi piace "essere scelte". Insomma volete fare le mele sulla pianta, quando dovreste invece coglierle.
Eva per il suo coraggio di Donna è stata cacciata dall'Eden da una visione maschilista che ha radici lunghe migliaia di anni.
E voi siete ancora li che tremate di fronte ad un albero di mele.
Il Test
Pronto?
Ciao, sono io
Io chi?
Io, io, dai non fare lo scemo
Ah ho capito, ciao Io
Senti, stasera non ci possiamo vedere che ho da fare
Ovvero?
Vado in quel posto
*Quel* posto?
Si proprio quello
Proprio quel posto che solleva la domanda sul perché dio abbia fornito gli esseri umani di 100 miliardi di neuroni quando aveva già pronti i pitecantropi?
Ah, ci sei cascato. non è vero che ci vado. era un test.
Che test?
Un test per vedere se ci cascavi nel credere che avrei fatto quella cosa che ritieni stupida.
Certo che ci ho creduto, me lo hai detto tu. Quindi qual'era il test?
Te l'ho detto! dal momento che tu ritieni che quella cosa sia stupida...
Certo che lo ritengo e lo riterrei in ogni caso, anche se fossi naufrago su un isola deserta e stessi morendo di dissenteria ascoltando Battiato. Solo in un caso non la riterrei una cosa stupida.
In quale?
Se fossi stupido, ad es.
Beh comunque non hai superato il test.
E' normale, hai fatto il test su una caratteristica invariante. Se sai già il risultato, qual'è il senso di un test?
Eh ma te l'ho detto...era un test per vedere se ci cascavi nel credere che avrei fatto quella cosa che ritieni stupida...
Capisco. E' un test anche questo?
Hai presente?
Hai presente quelle persone che mentre frequentano qualcuno dicono di odiare le discoteche e appena smettono di frequentare qualcuno diventano cubiste?
Hai presente quelle persone che giudicano come incoerenti e stupide le persone che quando si lasciano con qualcuno diventano cubiste, salvo poi fare le stesse cose?
Hai presente quelle amiche che ti telefonano solo quando gli serve che le presenti un tuo amico perché si sono appena lasciate con qualcuno?
Ecco, prendi tutte queste persone e mettile insieme sulla terrazza di Grottammare.
E dimenticale li.
coincidenze
Il fatto che la celebrazione della risurrezione di Cristo sia così vicina al primo Aprile, dovrebbe dirci qualcosa?
Tutti geni
E' morto Jannacci e hanno detto che era un genio meraviglioso.
E' morto Califano e hanno detto che era un poeta geniale.
Non mi sento tanto bene. Non vorrei diventare un genio pure io.
Notizie Ansa del Fu Marzo 2013
1) In Italia quando muori diventi un genio. Forse perché gli italiani si trovano più a loro agio con i morti. Questione di affinità.
2) Conosco dei veri geni che non trovano editori perché gli italiani non leggono se non scemenze prive di qualità, per le quali non è necessario nessuno sforzo intellettuale. Quegli italiani siete voi davanti la televisione. (p.s. Jannacci negli ultimi anni faceva fatica a trovare un contratto).
3) La radio ripete gli stessi brani all'infinito finché non vi sembra di apprezzarli. Se ai vostri figli piace justin biberon è perchè vi hanno visti per anni ascoltare celentano. Avessero ascoltato Bach si sarebbero già suicidati, ma con onore.
4) Io di Saggi non ne vedo, al massimo saggicciotti.
5) Qualcuno ha fatto il nome di Amato. Non vi è bastato farvi togliere le mutande nel 90, volete osare di più.
6) Agli amanti dei contentini (per i credenti invece è inutile) ricordo: "Cos'è un nome? Ciò che chiamiamo rosa, con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo."
7) "Napolitano: resto fino all'ultimo giorno." Sono sempre i migliori che se ne vanno.
2) Conosco dei veri geni che non trovano editori perché gli italiani non leggono se non scemenze prive di qualità, per le quali non è necessario nessuno sforzo intellettuale. Quegli italiani siete voi davanti la televisione. (p.s. Jannacci negli ultimi anni faceva fatica a trovare un contratto).
3) La radio ripete gli stessi brani all'infinito finché non vi sembra di apprezzarli. Se ai vostri figli piace justin biberon è perchè vi hanno visti per anni ascoltare celentano. Avessero ascoltato Bach si sarebbero già suicidati, ma con onore.
4) Io di Saggi non ne vedo, al massimo saggicciotti.
5) Qualcuno ha fatto il nome di Amato. Non vi è bastato farvi togliere le mutande nel 90, volete osare di più.
6) Agli amanti dei contentini (per i credenti invece è inutile) ricordo: "Cos'è un nome? Ciò che chiamiamo rosa, con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo."
7) "Napolitano: resto fino all'ultimo giorno." Sono sempre i migliori che se ne vanno.
deterrenti
Una volta frequentavo una tipa.
Due sere prima di partire per un viaggio, lei uscì fino a notte tarda con un tipo che già da tempo le faceva la corte. Il giorno successivo venne da me a raccontarmi l'episodio e di quanto fosse orgogliosa di non avergli dato il numero di telefono che lui aveva tanto insistentemente chiesto.
Insomma, gliela aveva fatta annusare tutta la serata lasciandolo infine a boccasciutta.
Ammesso che questo fosse davvero l'epilogo della serata, ciò che non capii sul momento è perché lo aveva raccontato proprio a me.
Ammesso che questo fosse davvero l'epilogo della serata, ciò che non capii sul momento è perché lo aveva raccontato proprio a me.
Poi una sera, mentre tornavo a casa facendo lo slalom tra le cacche dei cani, vidi due gatti che soffiavano l'uno all'altro, senza che nessuno si muovesse per attaccare.
E allora mi venne in mente che forse quel giorno, la tipa di cui sopra mi aveva scambiato per un gatto.
auguri
- cosa sareste voi uomini se noi non esistessimo?
- possiamo fare la prova?
Per l'otto marzo avrei voluto dirvi qualcosa di intelligente. Ma non lo avreste capito.
- possiamo fare la prova?
Per l'otto marzo avrei voluto dirvi qualcosa di intelligente. Ma non lo avreste capito.
se gli idioti
Se gli idioti sapessero volare questo posto sarebbe un aerop...ehi, guarda quelle case laggiù.
dimissioni
Non so se è peggio quello che ho sentito dire sul papa in questi giorni o quello che ho sentito dire dal papa in questi anni.
elezioni
L'uomo giusto per guidare l'Italia deve essere qualcuno da cui gli italiani si sentano veramente rappresentati. Cioè, quantomeno, un mediocre.
come convincere un idiota che è un idiota e viceversa
vi sembrerà forse inopportuno che venga a dirlo proprio a voi ma negli ultimi tempi mi sta succedendo una cosa strana. E non è solo strana ma è anche incredibilmente ricorrente ed ha assunto toni surreali da sindrome paranoide ossessiva. Insomma mi sta accadendo che sempre di più, ogni giorno, ovunque io vada, mi renda conto di essere circondato, assediato, da una evidente, esuberante, disarmante, disperante totalizzante mediocrità. Una mediocrità folle spensierata dilagante che si è sostituita al tessuto stesso del vivente ed ha infettato così profondamente l'esistenza che nessuno più se ne accorge tranne me (e un mio amico scrittore che non esce più di casa).
Voglio dire, io vedo questo enorme incubo avanzare inesorabile nel suo lento inghiottire ogni forma di vita e non riesco nemmeno a gridarlo, come in quei sogni in cui fuggi al rallentatore da un nemico alle tue spalle e dopo qualche istante capisci che la forma espressiva più adeguata è la disperazione.
Che poi capita che ogni tanto io incontri un amico e mi metta a parlare del più e del meno finché ad un certo punto sono colto da attacchi di panico e devo correre a casa a leggermi un brano del Tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein.
Sono certo che capirete che probabilmente sono giunto al capolinea delle forme di malattia mentale che si possono sperimentare sulla terra, ma vi giuro che mentre vado in giro per la città o leggo dai profili di facebook gli ultimi pettegolezzi, non riesco mai ad avvertire un accenno a qualche interrogativo di quelli più impegnativi tipo per quale motivo dio avrebbe fornito gli esseri umani di un cervello con 100 miliardi di neuroni.
Non so, basterebbe avere voglia di farsi delle domande, di esprimere dubbi e magari spegnere quella cazzo di televisione per sovvertire l'intero ordine mondiale ma invece no. Invece sono costretto a sapere di subnormali calciatori di palloni e puttane che accumulano fortune grazie a degli zombi che li osannano, mentre i migliori cervelli devono espatriare.
E non è nemmeno una questione di cultura ma di curiosità. Curiosità, una parola morta, morta insieme agli esseri umani.
ma che ve lo dico a fare?
Voglio dire, io vedo questo enorme incubo avanzare inesorabile nel suo lento inghiottire ogni forma di vita e non riesco nemmeno a gridarlo, come in quei sogni in cui fuggi al rallentatore da un nemico alle tue spalle e dopo qualche istante capisci che la forma espressiva più adeguata è la disperazione.
Che poi capita che ogni tanto io incontri un amico e mi metta a parlare del più e del meno finché ad un certo punto sono colto da attacchi di panico e devo correre a casa a leggermi un brano del Tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein.
Sono certo che capirete che probabilmente sono giunto al capolinea delle forme di malattia mentale che si possono sperimentare sulla terra, ma vi giuro che mentre vado in giro per la città o leggo dai profili di facebook gli ultimi pettegolezzi, non riesco mai ad avvertire un accenno a qualche interrogativo di quelli più impegnativi tipo per quale motivo dio avrebbe fornito gli esseri umani di un cervello con 100 miliardi di neuroni.
Non so, basterebbe avere voglia di farsi delle domande, di esprimere dubbi e magari spegnere quella cazzo di televisione per sovvertire l'intero ordine mondiale ma invece no. Invece sono costretto a sapere di subnormali calciatori di palloni e puttane che accumulano fortune grazie a degli zombi che li osannano, mentre i migliori cervelli devono espatriare.
E non è nemmeno una questione di cultura ma di curiosità. Curiosità, una parola morta, morta insieme agli esseri umani.
ma che ve lo dico a fare?
DSM (terza e forse ultima parte)
A volte quella delle malattie mentali sembra un'industria. Fateci caso.
Woody Allen ha potuto permettersi le cure di *costosi* psicanalisti grazie ai *ricchi* introiti dei film di grande successo coi quali sublimava le proprie nevrosi. Un po' come se andassi dal medico a raccontargli di aver guarito un'emicrania e poi gli pagassi la parcella.
Con questo non voglio sminuire quasi un secolo di studi sulla psiche inaugurati da un tipo che inventava di sana pianta i casi clinici e che dice di aver psicanalizzato Mosè e Leonardo Da Vinci (1), è solo che questa mania analizzatrice potrebbe sembrare eccessiva considerando che non esiste nessuno che non possegga una qualche caratteristica non già contemplata nel manuale diagnostico e statistico delle giovani marmotte. Il che, unitamente alle spese che ho dovuto sostenere tra psichiatri e psicoterapeuti, mi ha lasciato il sospetto che se fossi nato povero sarei stato necessariamente sano.
Di storie familiari patologiche tratte dalle vite delle persone normali se ne possono sicuramente raccontare parecchie e la differenza con quelle catalogate nei reparti psichiatrici la conosce solo chi ne paga le spese, ovvero la sanità pubblica o i figli, vittime sacrificali di una eterosessualità che non deve chiedere mai.
La domanda che vi pongo oggi è se mentre siete sdraiati su un lettino o inginocchiati dentro un confessionale avete mai il sospetto che dall'altra parte ci sia qualcuno che si masturba con i vostri peccati.
Io per sicurezza ho sempre preferito guardare negli occhi le persone a cui mi rivolgevo, come quella volta che in seguito alla rottura con l'ennesima fidanzata chiesi sostegno ad una terapeuta in un consultorio familiare.
Ricordo che dopo qualche seduta in cui le raccontavo i miei disagi amorosi e il da essi derivante sentimento di inadeguatezza e il da esso derivante desiderio di abbandonare l'università e successivamente il mondo, la terapeuta scoppiò in un improvviso pianto dirotto. Allora io, senza scompormi, nella fluidità di un gesto vinil-compassionevole che avevo spesso subìto, presi uno dei classici fazzolettini da pianto terapeutico posti nel portafazzolettini a sua volta posto opportunamente sulla scrivania, e realizzai uno dei sogni più proibiti che un paziente con disagio psichico possa sognare di soddisfare, ovvero porgerlo ad un terapeuta che piange.
Devo ammettere che, trascorsi i primi attimi di vendicativa soddisfazione, sprofondai in un grande imbarazzo. Davvero i miei problemi erano così gravi?
Dopo aver consolato la terapeuta in un lungo colloquio in cui venni a conoscenza delle sue personali problematiche e aver raccolto i pezzi di una autostima precaria, feci l'unica cosa che davvero funzionava per risollevarmi dai problemi amorosi, ovvero innamorarmi di nuovo.
Perché in fondo l'amore per le donne è sempre stata la soluzione più efficace ai problemi causati dalle donne.
Come credete che facessero gli uomini primitivi a risolvere i problemi psicologici? Può darsi che non ne avessero bisogno dal momento che non era ancora stata inventata la psiche (2) ma personalmente ho sviluppato la teoria secondo la quale le malattie mentali sono frutto di un complotto delle case farmaceutiche per nascondere il ben più grave problema delle scie chimiche.
Nel tentativo di documentarmi circa le problematiche esistenziali dell'antichità, ho scoperto che il primo vero psicologo di cui si ha memoria visse ad Atene intorno al 300 a.c. e si chiamava Epicuro. Egli riteneva che il miglior rimedio verso le paure dell'uomo fosse un frugale regime di vita comune basato sulla solidarietà e l'amicizia e il dialogo e per questo esortava gli adepti a vivere insieme mantenendosi estranei alla vita politica. I documenti storici riportano che tale metodo funzionò per un certo periodo fino alla morte di Epicuro e degli epicurei, in seguito alla quale la loro saggezza fu dimenticata. Gli uomini disimpararono a dialogare, si chiusero in luoghi angusti chiamati famiglie, smisero di credere nei sogni e di seguire i progetti di realizzazione personale, si ripiegarono su se stessi e sui figli, e non riuscendo più a comprendersi reciprocamente decisero di rivolgersi a degli specialisti pagati per fare quello che un amico avrebbe fatto spontaneamente e con affetto.
Lo so che qualcuno starà pensando che gli specialisti sanno quello che fanno e usano delle tecniche speciali e scientifiche ma basta guardare la frammentarietà dell'attuale "sapere" psicologico per comprendere quanto sia nebulosa questa "supposta conoscenza" che poi è anche un'immagine davvero evocativa di una modalità di somministrazione farmaceutica rettale.
In sintesi esiste un mondo immaginario e bibliografico nel quale le persone posso essere distinte in affette da disturbi di vario tipo oppure normali. Per il puro piacere della scoperta e perché la normalità mi annoiava, io mi sono finto per anni appartenente alla prima categoria.
Avendo accumulato una certa esperienza sul campo, oggi fondamentalmente penso, per quanto pensare sia un termine forte, che nell'idea stessa di una terapia della mente ci sia il seme del medesimo disagio che si intende curare.
Chissà che un giorno invece delle solite pretestuose litigate tra amanti non assisteremo a dialoghi come questo:
Tesoro ci vediamo stasera?
Cara mi spiace, stasera esco con gli amici.
Capisco.
Sei dispiaciuta forse?
A dire la verità sono un po' gelosa
Amore, non preoccuparti, sei l'unica donna della mia vita e sei bella e intelligente e sai quanto sia importante vivere relazioni amicali ricche di stimoli distali quanto prossimali, al di fuori di un contesto che rischierebbe di inaridirsi nell'esclusività di un quotidiano deprivato di integrazione sociale e ricchezza dialogica.
Certo caro ti comprendo, e anzi auspico per te una variegata metacomunicazione sociale e pubblica, una cinesica disinibita, una libera espressione dell'empatia sebbene all'interno di un contesto spaziale in cui la prossemica personale resti sopra la soglia dei 45 cm.
Credo sinceramente che un dialogo del genere non avverrà mai. Anzi, credo che qualora avvenisse sarebbe davvero sconcertante. Sconcertante e fonte di disoccupazione per qualcuno.
(1) L'ho letto su Google.
(2) "La soluzione è il problema" amava ripetere Paul Watzlawick
Woody Allen ha potuto permettersi le cure di *costosi* psicanalisti grazie ai *ricchi* introiti dei film di grande successo coi quali sublimava le proprie nevrosi. Un po' come se andassi dal medico a raccontargli di aver guarito un'emicrania e poi gli pagassi la parcella.
Con questo non voglio sminuire quasi un secolo di studi sulla psiche inaugurati da un tipo che inventava di sana pianta i casi clinici e che dice di aver psicanalizzato Mosè e Leonardo Da Vinci (1), è solo che questa mania analizzatrice potrebbe sembrare eccessiva considerando che non esiste nessuno che non possegga una qualche caratteristica non già contemplata nel manuale diagnostico e statistico delle giovani marmotte. Il che, unitamente alle spese che ho dovuto sostenere tra psichiatri e psicoterapeuti, mi ha lasciato il sospetto che se fossi nato povero sarei stato necessariamente sano.
Di storie familiari patologiche tratte dalle vite delle persone normali se ne possono sicuramente raccontare parecchie e la differenza con quelle catalogate nei reparti psichiatrici la conosce solo chi ne paga le spese, ovvero la sanità pubblica o i figli, vittime sacrificali di una eterosessualità che non deve chiedere mai.
La domanda che vi pongo oggi è se mentre siete sdraiati su un lettino o inginocchiati dentro un confessionale avete mai il sospetto che dall'altra parte ci sia qualcuno che si masturba con i vostri peccati.
Io per sicurezza ho sempre preferito guardare negli occhi le persone a cui mi rivolgevo, come quella volta che in seguito alla rottura con l'ennesima fidanzata chiesi sostegno ad una terapeuta in un consultorio familiare.
Ricordo che dopo qualche seduta in cui le raccontavo i miei disagi amorosi e il da essi derivante sentimento di inadeguatezza e il da esso derivante desiderio di abbandonare l'università e successivamente il mondo, la terapeuta scoppiò in un improvviso pianto dirotto. Allora io, senza scompormi, nella fluidità di un gesto vinil-compassionevole che avevo spesso subìto, presi uno dei classici fazzolettini da pianto terapeutico posti nel portafazzolettini a sua volta posto opportunamente sulla scrivania, e realizzai uno dei sogni più proibiti che un paziente con disagio psichico possa sognare di soddisfare, ovvero porgerlo ad un terapeuta che piange.
Devo ammettere che, trascorsi i primi attimi di vendicativa soddisfazione, sprofondai in un grande imbarazzo. Davvero i miei problemi erano così gravi?
Dopo aver consolato la terapeuta in un lungo colloquio in cui venni a conoscenza delle sue personali problematiche e aver raccolto i pezzi di una autostima precaria, feci l'unica cosa che davvero funzionava per risollevarmi dai problemi amorosi, ovvero innamorarmi di nuovo.
Perché in fondo l'amore per le donne è sempre stata la soluzione più efficace ai problemi causati dalle donne.
Come credete che facessero gli uomini primitivi a risolvere i problemi psicologici? Può darsi che non ne avessero bisogno dal momento che non era ancora stata inventata la psiche (2) ma personalmente ho sviluppato la teoria secondo la quale le malattie mentali sono frutto di un complotto delle case farmaceutiche per nascondere il ben più grave problema delle scie chimiche.
Nel tentativo di documentarmi circa le problematiche esistenziali dell'antichità, ho scoperto che il primo vero psicologo di cui si ha memoria visse ad Atene intorno al 300 a.c. e si chiamava Epicuro. Egli riteneva che il miglior rimedio verso le paure dell'uomo fosse un frugale regime di vita comune basato sulla solidarietà e l'amicizia e il dialogo e per questo esortava gli adepti a vivere insieme mantenendosi estranei alla vita politica. I documenti storici riportano che tale metodo funzionò per un certo periodo fino alla morte di Epicuro e degli epicurei, in seguito alla quale la loro saggezza fu dimenticata. Gli uomini disimpararono a dialogare, si chiusero in luoghi angusti chiamati famiglie, smisero di credere nei sogni e di seguire i progetti di realizzazione personale, si ripiegarono su se stessi e sui figli, e non riuscendo più a comprendersi reciprocamente decisero di rivolgersi a degli specialisti pagati per fare quello che un amico avrebbe fatto spontaneamente e con affetto.
Lo so che qualcuno starà pensando che gli specialisti sanno quello che fanno e usano delle tecniche speciali e scientifiche ma basta guardare la frammentarietà dell'attuale "sapere" psicologico per comprendere quanto sia nebulosa questa "supposta conoscenza" che poi è anche un'immagine davvero evocativa di una modalità di somministrazione farmaceutica rettale.
In sintesi esiste un mondo immaginario e bibliografico nel quale le persone posso essere distinte in affette da disturbi di vario tipo oppure normali. Per il puro piacere della scoperta e perché la normalità mi annoiava, io mi sono finto per anni appartenente alla prima categoria.
Avendo accumulato una certa esperienza sul campo, oggi fondamentalmente penso, per quanto pensare sia un termine forte, che nell'idea stessa di una terapia della mente ci sia il seme del medesimo disagio che si intende curare.
Chissà che un giorno invece delle solite pretestuose litigate tra amanti non assisteremo a dialoghi come questo:
Tesoro ci vediamo stasera?
Cara mi spiace, stasera esco con gli amici.
Capisco.
Sei dispiaciuta forse?
A dire la verità sono un po' gelosa
Amore, non preoccuparti, sei l'unica donna della mia vita e sei bella e intelligente e sai quanto sia importante vivere relazioni amicali ricche di stimoli distali quanto prossimali, al di fuori di un contesto che rischierebbe di inaridirsi nell'esclusività di un quotidiano deprivato di integrazione sociale e ricchezza dialogica.
Certo caro ti comprendo, e anzi auspico per te una variegata metacomunicazione sociale e pubblica, una cinesica disinibita, una libera espressione dell'empatia sebbene all'interno di un contesto spaziale in cui la prossemica personale resti sopra la soglia dei 45 cm.
Credo sinceramente che un dialogo del genere non avverrà mai. Anzi, credo che qualora avvenisse sarebbe davvero sconcertante. Sconcertante e fonte di disoccupazione per qualcuno.
(1) L'ho letto su Google.
(2) "La soluzione è il problema" amava ripetere Paul Watzlawick
DSM (seconda e non ultima parte)
Tag: disconferma, doppio legame, tentata soluzione, schizofrenia, raggi fotonici.
Se ve lo state chiedendo, il mio costosissimo psicoterapeuta immaginario mi ha esortato a raccontare la mia interiorità complessa come parte di una terapia della personalità narcisistica. Questo è il motivo della presente riflessione.
Una volta guarito, basterà rivolgermi ad uno specialista in psicosi allucinatorie che mi liberi dallo psicoterapeuta immaginario prima che pretenda la parcella.
Ogni volta che il numero di persone con cui mi trovo a interagire supera il due, me compreso, io inizio un inesorabile percorso di sofferenza che aumenta col crescere di quel numero. Tre: trovo difficile seguire un discorso. Quattro: le voci si sovrappongono e mi si accavallano le orecchie. Cinque: il dialogo si interrompe in un susseguirsi di battute, scherzi, maliziose allusioni e io perdo contatto con le facoltà limbiche. Sei ed oltre: quello che vorrei dire, quello che vorrei ascoltare e tutta l'intimità di questo mondo viene violentata da una festosa euforia.
Quando mi invitano ad una festa, nessuno immagina il misto tra speranza, gratitudine e terrore che mi assale mentre la mia bocca priva oramai del controllo mentale scandisce con un sorriso le parole "si, grazie". Se in tali occasioni osservate attentamente, potete scorgere nel buio della mia cavita orale un'anima disperata aggrapparsi ai denti come alle sbarre di una prigione.
Vi è mai capitato di fermarvi nel bel mezzo di una serata e chiedervi "che diavolo ci faccio io qui?".
Sappiate che, nelle mie condizioni, accettare un invito di compleanno e rimanere fedele alla promessa è il più grande atto d'amore che io possa compiere. Accidentalmente è anche la giustificazione del fatto che non vi ho portato il regalo.
Si è vero, sarebbe bastato ammettere che non faccio regali ai compleanni per taccagneria o pigrizia invece di imbastire una apologia di 20 righe, ma proprio in questo sta la mia anormalità, ovvero non tanto nella mia idiosincrasia alle feste o ai regali quanto al fatto che ho bisogno di venti righe per esprimerla.
E se vi stupite per così poco, cosa direste allora dell'idealismo dialettico o della gnoseologia la cui ermeneutica è legata alle dimensioni ontologiche della comprensione, come esegesi testuale fondata su uno sconfinato e prolisso spiegamento di eserciti di parole per dire cose per le quali chiunque altro impiegherebbe monosillabi?
E se vi dicessi che nemmeno rileggendola più volte, la frase precedente acquista un senso?
Vi faccio un esempio pratico.
Ne "L'essere e il nulla", un enorme opera di centinaia di pagine che costituisce il fondamento teorico di una corrente filosofico-letteraria che è l'esistenzialismo, Sartre si è limitato ad affermare che l'esistenza precede l'essenza, ovvero l'uomo è condannato ad essere libero se nessuno lo invita il sabato sera.
Oppure prendete la psicanalisi, ovvero l'arte di dire qualcosa di arbitrario su qualcuno, senza nemmeno usare le carte dei tarocchi.
Voglio dire, a volte se una cosa sembra una cazzata, magari il motivo è perché in effetti lo è. D'altra parte chi ha mai dato a Sartre dignità di filosofo se non i suoi contemporanei compagnucci di merende filosofiche?
E chi ha dato valore alle ricorrenti ossessioni verso gli impulsi sessuali di un Austriaco (Freud) innamorato dell'amata (Salomè) di un filosofo (Nietzsche) che abbracciava cavalli, se non coloro che si arricchiscono in suo nome (gli psicoanalisti)?
Se ci pensate bene (sempre se pensare non vi risulti offensivo), tutta la letteratura e la filosofia e le loro degenerazioni (psicologia et al.) costituiscono una sconfinata e autobiografica apologia dell'inadeguatezza dei filosofi e dei letterati stessi all'esistenza. E nonostante ciò nessuno ne ha mai fatto un dramma a parte gli studenti alle prese con Leopardi.
Ma d'altronde chi mai può dirsi davvero normale, a parte le persone normali?
P.S. Per non lasciare che il mio giudizio negativo ne risultasse influenzato, non ho mai letto "L'essere e il nulla" di Sartre né alcuno degli scritti di Freud. Credo che uno sbrigativo e pregiudiziale disprezzo sia a volte più salutare di un erudito e argomentato prostrarsi al paradigma culturale corrente.
Se ve lo state chiedendo, il mio costosissimo psicoterapeuta immaginario mi ha esortato a raccontare la mia interiorità complessa come parte di una terapia della personalità narcisistica. Questo è il motivo della presente riflessione.
Una volta guarito, basterà rivolgermi ad uno specialista in psicosi allucinatorie che mi liberi dallo psicoterapeuta immaginario prima che pretenda la parcella.
Ogni volta che il numero di persone con cui mi trovo a interagire supera il due, me compreso, io inizio un inesorabile percorso di sofferenza che aumenta col crescere di quel numero. Tre: trovo difficile seguire un discorso. Quattro: le voci si sovrappongono e mi si accavallano le orecchie. Cinque: il dialogo si interrompe in un susseguirsi di battute, scherzi, maliziose allusioni e io perdo contatto con le facoltà limbiche. Sei ed oltre: quello che vorrei dire, quello che vorrei ascoltare e tutta l'intimità di questo mondo viene violentata da una festosa euforia.
Quando mi invitano ad una festa, nessuno immagina il misto tra speranza, gratitudine e terrore che mi assale mentre la mia bocca priva oramai del controllo mentale scandisce con un sorriso le parole "si, grazie". Se in tali occasioni osservate attentamente, potete scorgere nel buio della mia cavita orale un'anima disperata aggrapparsi ai denti come alle sbarre di una prigione.
Vi è mai capitato di fermarvi nel bel mezzo di una serata e chiedervi "che diavolo ci faccio io qui?".
Sappiate che, nelle mie condizioni, accettare un invito di compleanno e rimanere fedele alla promessa è il più grande atto d'amore che io possa compiere. Accidentalmente è anche la giustificazione del fatto che non vi ho portato il regalo.
Si è vero, sarebbe bastato ammettere che non faccio regali ai compleanni per taccagneria o pigrizia invece di imbastire una apologia di 20 righe, ma proprio in questo sta la mia anormalità, ovvero non tanto nella mia idiosincrasia alle feste o ai regali quanto al fatto che ho bisogno di venti righe per esprimerla.
E se vi stupite per così poco, cosa direste allora dell'idealismo dialettico o della gnoseologia la cui ermeneutica è legata alle dimensioni ontologiche della comprensione, come esegesi testuale fondata su uno sconfinato e prolisso spiegamento di eserciti di parole per dire cose per le quali chiunque altro impiegherebbe monosillabi?
E se vi dicessi che nemmeno rileggendola più volte, la frase precedente acquista un senso?
Vi faccio un esempio pratico.
Ne "L'essere e il nulla", un enorme opera di centinaia di pagine che costituisce il fondamento teorico di una corrente filosofico-letteraria che è l'esistenzialismo, Sartre si è limitato ad affermare che l'esistenza precede l'essenza, ovvero l'uomo è condannato ad essere libero se nessuno lo invita il sabato sera.
Oppure prendete la psicanalisi, ovvero l'arte di dire qualcosa di arbitrario su qualcuno, senza nemmeno usare le carte dei tarocchi.
Voglio dire, a volte se una cosa sembra una cazzata, magari il motivo è perché in effetti lo è. D'altra parte chi ha mai dato a Sartre dignità di filosofo se non i suoi contemporanei compagnucci di merende filosofiche?
E chi ha dato valore alle ricorrenti ossessioni verso gli impulsi sessuali di un Austriaco (Freud) innamorato dell'amata (Salomè) di un filosofo (Nietzsche) che abbracciava cavalli, se non coloro che si arricchiscono in suo nome (gli psicoanalisti)?
Se ci pensate bene (sempre se pensare non vi risulti offensivo), tutta la letteratura e la filosofia e le loro degenerazioni (psicologia et al.) costituiscono una sconfinata e autobiografica apologia dell'inadeguatezza dei filosofi e dei letterati stessi all'esistenza. E nonostante ciò nessuno ne ha mai fatto un dramma a parte gli studenti alle prese con Leopardi.
Ma d'altronde chi mai può dirsi davvero normale, a parte le persone normali?
P.S. Per non lasciare che il mio giudizio negativo ne risultasse influenzato, non ho mai letto "L'essere e il nulla" di Sartre né alcuno degli scritti di Freud. Credo che uno sbrigativo e pregiudiziale disprezzo sia a volte più salutare di un erudito e argomentato prostrarsi al paradigma culturale corrente.
sconfitta
Sono figlio di Achille, vincitore di mille battaglie. Fu vaticinato che mai spada o freccia mi avrebbe trafitto e che avrei combattuto qualsiasi rivale senza paura.
Ma il vero avversario non è quello che sai di poter battere. Così inviarono un ombra che si fece lentamente strada nel mio cuore e infine si sedette sul mio petto. Da allora io guardo il mondo bruciare e il cielo azzurro sopra di esso e mi chiedo perché dovrei abbandonare il mio giaciglio. Questo cielo è sopra la mia testa da sempre e per sempre uguale sarà sulle teste degli uomini. E prima o poi arriverà qualcuno a salvare il mio regno o a edificarne uno nuovo sulle sue macerie.
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